https://www.familydea.it/wp-content/uploads/2018/12/610847-thumb-full-720-full720.jpg10801836familydeahttps://www.familydea.it/wp-content/uploads/2018/06/logo-familydea-colore.pngfamilydea2018-12-19 12:37:442018-12-19 12:45:28Al concerto rock con il padre sordo: la canzone nella lingua dei segni è tutta per lui
Jo Garceau è stata l’ ideatrice della famosissima Pigotta, la bambola di pezza di Unicef.
Nata nel 1938 in America da padre francese e madre pellerossa della tribù dei Cherokee, Joanna Adelina Garçeau era arrivata in Italia, a Roma, grazie a una borsa di studio.
Prima cantante poi attrice, lasciò tutto per sposarsi con un avvocato e andare a vivere a Cinisello.
Volontaria Unicef, nel 1988 ebbe l’idea della Pigotta, che diventò la bambola ufficiale dell’Unicef nel ’99. Jo si impegnò senza risparmiarsi per incontrare scuole, circoli culturali per spiegare il suo progetto e come dovevano essere fatte le bambole, uguali per dimensioni ma ognuno poteva farle come voleva.
La prima Pigotta è stata realizzata da Jo Garceau del Comitato Provinciale UNICEF di Milano già nell’88.
La sua storia è ricca di iniziative e successi importanti che hanno contribuito ad aiutare, ad oggi, 800.000 bambini nel mondo.
“Quando ho pensato di realizzare le Pigotte”, ha dichiarato Jo Garceau, “non mi aspettavo che quest’idea avrebbe fatto tanta strada. Eppure negli anni questa “figlia” mi ha dato tante soddisfazioni e non mi ha mai delusa. Di anno in anno ha, infatti, saputo conquistare un numero sempre maggiore di persone, che hanno dimostrato la loro solidarietà confezionando le Pigotte oppure adottandole, permettendo così all’UNICEF di salvare le vite di milioni di bambini nel mondo”
https://www.familydea.it/wp-content/uploads/2018/11/093548576-b1229859-2ee1-4413-b5df-a435cee7be90.jpg533990familydeahttps://www.familydea.it/wp-content/uploads/2018/06/logo-familydea-colore.pngfamilydea2018-11-09 11:34:042018-11-09 11:34:04Addio a Jo Garceau, la "mamma" delle Pigotte Unicef
Un papà che ha percorso più di 2.000 km per incontrare l’uomo che ha il cuore di sua figlia Abbey, morta a 20 anni, in seguito ad un incidente.
Per lui, lo scorso 18 giugno, giorno della Festa del papà negli Stati Uniti, non è stata una giornata come tutte le altre.
Era stata proprio Abbey, qualche anno prima, a registrarsi volontariamente come donatrice di organi.
Così quando ne è stata decretata la morte in un ospedale di Fort Lauderdale, in Florida, quattro organi e altri tessuti del suo corpo sono stati utilizzati per salvare le vite di diverse persone.
Tra loro Loumonth Jack Jr, a cui erano stati dati massimo 10 giorni di vita dopo un terribile attacco di cuore.
Il padre di Abbey aveva inviato quattro lettere alle persone che avevano ricevuto gli organi della giovane, chiedendo se qualcuno fosse interessato a conoscere, appunto, il padre della loro salvatrice.
L’unico a rispondere è stato proprio Jack Jr che è ancora vivo grazie ad Abbey.
Quando Bill è arrivato a Baton Rouge, dopo il lungo viaggio in bicicletta, organizzato anche per sensibilizzare le persone alla donazione degli organi, ha potuto abbracciare il ragazzo che ha ricevuto dalla figlia dell’uomo il dono più grande: il cuore.
Il ragazzo gli ha porto uno stetoscopio per fargli sentire il suo stesso battito cardiaco, in un momento di profonda commozione per entrambi, come dimostrano le immagini.
Oltre 2.200 chilometri in bicicletta per sentire il cuore della figlia battere nel petto di un’altra persona.
https://www.familydea.it/wp-content/uploads/2018/11/la-storia-di-bill-conner-57enne-del-wisconsin-una-di-quelle-che-emoziona-davvero-IaGkkwwyzXI.jpg7201280familydeahttps://www.familydea.it/wp-content/uploads/2018/06/logo-familydea-colore.pngfamilydea2018-11-07 11:41:162018-11-07 12:55:50L'emozionante storia di Bill Conner, 57enne del Wisconsin
Cena, eventualmente cartoni animati, lavaggio dei denti, un libro e nanna. Il rituale quotidiano serale di chi ha figli piccoli ha un copione (giustamente) rigido, che lascia poco spazio alla fantasia. Ma sull’orario di messa a letto dei bambini c’è grande varietà: trovi la mamma che si lamenta del fatto che il figlio/a non dorme prima di mezzanotte e quella che allo scoccare delle 20 può dedicarsi ad altro perché la prole dorme beatamente. Chi ha ragione? Premesso che ogni bambino è fatto a modo suo (e dunque anche la quantità di sonno necessaria può essere diversa), uno studio americano, del Penn State College of Medicine, pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, sottolinea i benefici dell’andare a letto presto fin da piccoli.
https://www.familydea.it/wp-content/uploads/2018/10/bambino-dorme19.jpeg400640familydeahttps://www.familydea.it/wp-content/uploads/2018/06/logo-familydea-colore.pngfamilydea2018-10-18 15:46:522018-10-18 15:50:22Tutti i vantaggi di mettere i figli a letto presto (intorno alle 20)