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I comportamenti Eco-quotidiani

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comportamenti eco-quotidiani

“Una società vivibile soddisfa i suoi bisogni senza ridurre le prospettive della generazione successiva”

Ogni venerdì i ragazzi ci ricordano che siamo gli artefici del nostro destino

e che tutto dipende da noi. I dati sono allarmanti e le coscienze scosse, questo è il momento di cercare le soluzioni e applicarle, anche solo nel nostro quotidiano: possiamo cambiare e possiamo dare l’esempio agli altri, ai nostri figli, a chi non ci crede che sia possibile!

Vivere con dignità, nell’eguaglianza, nel rispetto degli animali e della natura, mettendoci “di lato” e non nel solito approccio antropocentrico che ha modificato il sistema nel quale viviamo, rendendo il Mondo una brutta proiezione delle nostre esigenze.

Comportamenti eco-quotidiani

Facciamo la raccolta differenziata

Abbattiamo i consumi

Rinunciamo alla macchina il più possibile

Non sprechiamo cibo

Sono queste le mosse giuste per contribuire al pianeta, non richiedono tanto sforzo, fanno bene a noi e lasciano un segno che, con l’impegno di tutti, trasforma il meno, in più!

 

Nonna materna: saggia consigliera o aiuto pratico?

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La nonna materna detiene da sempre un ruolo privilegiato in famiglia.

Collabora al sostegno materiale ma soprattutto affettivo, custodisce la memoria, garantisce continuità alle generazioni future, condiziona con la sua presenza l’avvenire dei nipoti. Se un tempo era affiancata da altre figure femminili nell’accudimento dei nuovi arrivati, oggigiorno si ritrova spesso ad assolvere questo compito da sola.

Non a caso numerose indagini confermano che è proprio lei a incidere maggiormente, rispetto agli altri nonni, sullo sviluppo educativo dei nipoti.

Ulteriori dati statistici confermano che è la figura più ricordata e amata, percepita nella stragrande maggioranza dei casi come una seconda madre.

A livello psicologico, si ritiene che questo dipenda dalla tendenza delle donne ad affidare i propri bambini alla madre, per una questione di maggiore feeling e fiducia.

Fra l’altro, proprio nell’età postmoderna, sembrerebbe essersi formata una nuova alleanza fra madri e figlie.

E questo rapporto di complicità ha ovviamente effetti positivi sui nipoti che tendono, di conseguenza, a percepire la nonna materna come una figura rassicurante simile alla propria mamma. Quindi maggiormente degna di fiducia rispetto ad altre figure parentali. E’ altrettanto vero che questo aspetto, in casi estremi, può rivelarsi insidioso, specialmente se il rapporto madre-figlia è morboso o se sussistono dinamiche escludenti nei confronti degli altri nonni.

Ruolo psicologico della nonna materna in famiglia

Per quanto riguarda l’opinione dei nipoti, gran parte di essi concordano nel percepire una maggiore continuità familiare ed emozionale con la parte materna della famiglia.

E per quanto concerne le figlie delle nonne materne, prevale un’opinione positiva a 360 gradi della propria madre, che non svolge solo un ruolo di aiuto pratico ma viene percepita come saggia consigliera.

Gli stessi nipoti sono propensi a riconoscere alle nonne materne un ruolo educativo ed è sempre a loro che si rivolgono per primi in caso di assenza della madre.

Per non parlare poi dell’influenza della nonna materna a livello psicologico sull’approccio educativo della figlia.

Tutto questo ribadisce l’importanza della nonna materna ma va precisato che le nonne più soddisfatte, e di conseguenza più positive, sono quelle che non sostituiscono completamente la figura genitoriale.

Secondo alcune ricerche, queste ultime soffrirebbero maggiormente di disturbi di salute e depressione, dovendo accollarsi una responsabilità evidentemente eccessiva.

A quanto pare una nonna materna che partecipa all’educazione dei nipoti è costruttiva, mentre le nonne che rimpiazzano i genitori rischiano di risultare controproducenti.

Fonte: eticamente.net

Come insegnare a tuo figlio a non interromperti quando parli con un adulto

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Ogni genitore conosce bene questa situazione: quando si sta parlando con qualcuno, arrivano i bambini che interrompono insistentemente la conversazione, con la pretesa di essere ascoltati.

A questo punto si assiste, per la maggior parte delle volte, a due scene: o il genitore scaccia in malo modo il bambino, sgridandolo per le sue cattive maniere, oppure dedica tutta la sua attenzione al figlio, abbandonano l’interlocutore.

In entrambi i casi, la persona con cui si stava parlando viene messa in imbarazzo: ma c’è un terzo modo, quello più efficace, per affrontare questo tipo di situazioni.

A diffondere il metodo da adottare quando il bambino arriva per dire qualcosa, mentre si sta già parlando con un’altra persona, è una mamma che casualmente l’ha visto mettere in atto a casa di amici. Queste le sue parole:

“Eravamo a casa di amici di famiglia, quando il figlio di 3 anni della padrona di casa arriva per dirle qualcosa.

Invece di interrompere la conversazione che stava avendo con me, ha messo la sua mano su quella del bambino e lui ha atteso pazientemente.

Il piccolo ha aspettato che noi avessimo finito di parlare e poi ha iniziato a dire ciò per cui era venuto.

Ero stordita! Con quanta semplicità si era risolta una situazione che invece per me continuava ad essere un problema.

Ho chiesto spiegazioni alla donna, chiedendole come aveva fatto ad insegnare al figlio a non interrompere le conversazioni: mi ha risposto che da qualche tempo aveva adottato la tecnica che aveva appena messo in atto. I bambini, quando vengono di corsa a dire qualcosa ai genitori, vogliono in realtà essere presi in considerazione. È molto importante per loro essere ascoltati, per questo è da evitare di scacciarli via in malo modo. Invece è importante assicurarli che li ascolteremo, non appena ce ne sarà possibile – ovvero non appena avremo finito di parlare con l’altra persona. Tenere la loro mano è un modo per far capire che abbiamo accettato la loro richiesta di ascolto e che ora non devono fare altre che attendere che li ascoltiamo – il che avverrà di lì a poco.

Sono rimasta davvero stupita di quanto potesse essere facile: a volte dimentichiamo che non servono maniere forti per trasmettere ai bambini un principio di educazione. Non c’è bisogno di gridare ‘Non interrompermi!’,’Non entrare nella conversazione!’. Il contatto pelle a pelle vale più di mille parole.

Da allora non ho più smesso di adottare questa tecnica: i miei bambini ora aspettano il loro turno, consapevoli che rispetterò la loro richiesta di essere ascoltati.”

Conoscevate questa tecnica? Pensate di adottarla?

Fonte: Curioctopus.it