Un Natale a misura di bimbo tra alberi e luci scintillanti

Familydea Blog
Natale a misura di bambino

La festa sognata tutto l’anno soprattutto dai più piccoli è ormai alle porte.

A rendere magico questo periodo dell’anno non sono solo regali e prelibatezze ma anche luci scintillanti, candele, alberi e piante da vacanza, ornamenti e altre decorazioni che riempiono strade e case. E proprio decorare casa, ancor più se ci sono i bimbi, può essere molto bello e divertente ma bisogna fare attenzione ad alcuni piccoli accorgimenti.

Per contribuire a  garantire la sicurezza delle decorazioni, l’American Academy of Pediatrics offre alcuni consigli per un Natale a misura di bambino:

  • Se acquisti un albero artificiale, assicurati che sia resistente al fuoco mentre se preferisci un albero vivo, controlla la freschezza. Gli aghi dovrebbero essere difficili da staccare e non dovrebbero rompersi quando li pieghi.
  • Posiziona l’albero lontano dai caminetti, termosifoni o stufe portatili e fai attenzione a non bloccare le porte.
  • Controlla le luci prima di appenderle a un albero o a casa tua per assicurarti che tutte le lampadine siano in buono stato.
  • Assicurati che le luci siano fuori dalla portata dei bambini piccoli che potrebbero provare a metterle in bocca e lavarsi le mani dopo averle maneggiate.
  • Prima di utilizzare le luci all’aperto, controllare le etichette per accertarsi che siano certificate per l’uso esterno.
  • Quando accendi candele, rimuovi materiali infiammabili dall’area e posiziona le candele dove non saranno rovesciate. Non lasciare mai incustodita una candela accesa.
  • evitare decorazioni taglienti o fragili e guarnizioni che assomigliano a caramelle o cibo che potrebbero indurre un bambino a mangiarle.
  • Ricordate di rimuovere tutta la carta da regalo , i sacchetti, i nastri e i fiocchi dalla zona dell’albero e del caminetto dopo l’apertura dei regali. Questi oggetti infatti possono provocare rischi di soffocamento per i bimbi piccoli, o un incendio se vicini a una fiamma.
  • Mantenete le decorazioni vegetali potenzialmente velenose, comprese le bacchi di vischio, la ciliegia di Gerusalemme e l’agrifoglio, lontano dai bambini.

Anthony Mancinelli a 107 anni è il barbiere più anziano del mondo

Familydea Blog

Nato nel 1911 a Napoli ed emigrato a New York con la sua famiglia all’età di 8 anni, Anthony Mancinelli è un uomo da primato.

A 107 anni è difatti il barbiere più anziano del mondo. Record già ricoperto da lui stesso quando, nel 2007 a 96 anni, era entrato nel guinness dei primati.

Come racconta al New York Times per cinque giorni su sette, dalle 12 alle 20, è impegnato a tagliare i capelli degli increduli clienti al Fantastic Cuts, il locale in cui lavora da molti anni.

Guida ancora da casa al negozio e vive solo, da quando la moglie Carmela è morta dopo 70 anni di matrimonio. “Riesce a fare più tagli al giorno di un ventenne – spiega Jane Dinezza, proprietaria del locale in cui lavora -. Non prende mai un giorno di ferie. La gente rimane sconvolta quando sente quanti anni ha”.

La donna ha assunto Anthony dopo molte incertezze vista la sua età, ma l’uomo è riuscito a stupirla con la sua abilità nel tagliare i capelli.

A chi gli chiede il segreto della sua longevità Anthony risponde: “Non ho mai fumato o bevuto troppo. Mangio più che altro spaghetti fini. Quando vado dal dottore si stupisce del fatto che non abbia dolori da nessuna parte”. Ci sono clienti vanno da lui da oltre mezzo secolo: “Di alcuni di loro ho servito quattro generazioni, figli, padri, nonni e bisnonni” racconta Anthony.

La sua storia ha fatto il giro del mondo, e c’è anche chi è arrivato apposta da Manhattan per farsi tagliare i capelli da lui: come l’attore Ben Gazzara, che una decina di anni fa si è presentato a New Windsor nel locale del barbiere centenario su consiglio di un amico.

La proprietaria del negozio voleva far prendere ad Anthony qualche giorno di riposo per festeggiare il suo compleanno. “Sei impazzita? Cosa vuoi fare, uccidermi?” è stata la risposta dell’uomo.

 

Fonte: HuffingtonPost.it

 

Come insegnare a tuo figlio a non interromperti quando parli con un adulto

Familydea Blog

Ogni genitore conosce bene questa situazione: quando si sta parlando con qualcuno, arrivano i bambini che interrompono insistentemente la conversazione, con la pretesa di essere ascoltati.

A questo punto si assiste, per la maggior parte delle volte, a due scene: o il genitore scaccia in malo modo il bambino, sgridandolo per le sue cattive maniere, oppure dedica tutta la sua attenzione al figlio, abbandonano l’interlocutore.

In entrambi i casi, la persona con cui si stava parlando viene messa in imbarazzo: ma c’è un terzo modo, quello più efficace, per affrontare questo tipo di situazioni.

A diffondere il metodo da adottare quando il bambino arriva per dire qualcosa, mentre si sta già parlando con un’altra persona, è una mamma che casualmente l’ha visto mettere in atto a casa di amici. Queste le sue parole:

“Eravamo a casa di amici di famiglia, quando il figlio di 3 anni della padrona di casa arriva per dirle qualcosa.

Invece di interrompere la conversazione che stava avendo con me, ha messo la sua mano su quella del bambino e lui ha atteso pazientemente.

Il piccolo ha aspettato che noi avessimo finito di parlare e poi ha iniziato a dire ciò per cui era venuto.

Ero stordita! Con quanta semplicità si era risolta una situazione che invece per me continuava ad essere un problema.

Ho chiesto spiegazioni alla donna, chiedendole come aveva fatto ad insegnare al figlio a non interrompere le conversazioni: mi ha risposto che da qualche tempo aveva adottato la tecnica che aveva appena messo in atto. I bambini, quando vengono di corsa a dire qualcosa ai genitori, vogliono in realtà essere presi in considerazione. È molto importante per loro essere ascoltati, per questo è da evitare di scacciarli via in malo modo. Invece è importante assicurarli che li ascolteremo, non appena ce ne sarà possibile – ovvero non appena avremo finito di parlare con l’altra persona. Tenere la loro mano è un modo per far capire che abbiamo accettato la loro richiesta di ascolto e che ora non devono fare altre che attendere che li ascoltiamo – il che avverrà di lì a poco.

Sono rimasta davvero stupita di quanto potesse essere facile: a volte dimentichiamo che non servono maniere forti per trasmettere ai bambini un principio di educazione. Non c’è bisogno di gridare ‘Non interrompermi!’,’Non entrare nella conversazione!’. Il contatto pelle a pelle vale più di mille parole.

Da allora non ho più smesso di adottare questa tecnica: i miei bambini ora aspettano il loro turno, consapevoli che rispetterò la loro richiesta di essere ascoltati.”

Conoscevate questa tecnica? Pensate di adottarla?

Fonte: Curioctopus.it

Rivoluzione dellʼetà: si diventa anziani dopo i 75 anni

Familydea Blog

Gli italiani potranno considerarsi più giovani: si è ufficialmente anziani dai 75 anni in su.

La svolta arriva dalla Società italiana di gerontologia e geriatria.

“Un 65enne di oggi ha la forma fisica e cognitiva di un 40-45enne di 30 anni fa – spiega Niccolò Marchionni, dell’Università di Firenze e direttore del dipartimento cardiovascolare dell’Ospedale Careggi – .

E un 75enne quella di un individuo che aveva 55 anni nel 1980″.

Alziamo l’asticella dell’età a una soglia adattata alle attuali aspettative di vita nei Paesi con sviluppo avanzato”, spiega ancora Marchionni. “I dati demografici ci dicono che in Italia l’aspettativa di vita è aumentata di circa 20 anni rispetto alla prima decade del 1900. Non solo, larga parte della popolazione tra i 60 e i 75 anni è in ottima forma e priva di malattie per l’effetto ritardato dello sviluppo di malattie e dell’età di morte”.

Per i geriatri, dunque, il concetto di anzianità deve adattarsi “alle mutate condizioni demografiche ed epidemiologiche.

E tenendo contro che scientificamente si è anziani quando si ha un’aspettativa media di vita di dieci anni”. Attualmente le indagini statistiche individuano nella media di 85 anni la durata della vita per le donne, e di 82-83 per gli uomini.

Fonte:tgcom.it

Banca delle Visite: un piccolo gesto per un aiuto concreto

Familydea Blog

E se applicassimo il concetto del “caffè sospeso” in sanità? E se al posto del caffè si rendessero disponibili visite e prestazioni sanitarie per i più bisognosi?

Da questa felice intuizione nasce la Banca delle Visite.

Aiutare chi non può permettersi una visita medica a pagamento, chi non può attendere i tempi del Servizio Sanitario Pubblico, chi ha bisogno di cure immediate. Ecco, con questi obiettivi, nasce la “Banca delle Visite”: una piattaforma web in cui offerta e domanda si incontrano in modo trasparente e limpido.

La Banca delle Visite, grazie alle donazioni di privati cittadini e aziende, garantisce a privati cittadini ed associazioni di volontariato l’accesso gratuito a visite mediche specialistiche e prestazioni sanitarie: le donazioni di denaro o l’acquisto diretto di prestazioni sanitarie da parte di privati cittadini o imprese diventano prestazioni sanitarie da erogare in favore di privati bisognosi o associazioni di volontariato.

E tu…cosa vuoi fare?

Ecco i 6 consigli per non faticare ad alzarsi la mattina

Familydea Blog

I rumori fuori dalla strada durante la notte, la sveglia che suona troppo presto, qualche disturbo fisico che non fa chiudere gli occhi: le motivazioni che rendono lo svegliarsi la mattina una vera e propria impresa posso essere molte e a volte non si ha tempo per concedersi un risveglio dolce.

Alcuni scienziati, allora, hanno fornito degli utili consigli per dire addio alla sonnolenza non appena usciti dal letto e iniziare la giornata con la giusta energia.

Una ricerca infatti, spiega il come prendere poche e semplici abitudini – sia diurne che notturne – possa davvero cambiare la propria giornata.

La base di tali trucchetti è semplice: dormire bene e non interrompere il ciclo del sonno durante la notte è fondamentale per ricaricare le batterie.

Dormire bene, del resto, è importantissimo per l’equilibrio psicofisico di ognuno. Ecco i principali suggerimenti per non soffrire la stanchezza non appena aperti gli occhi e riposare nel modo adeguato.

1. Accendere le luci

Se ci si è appena svegliati, accendere tutte le luci di casa o aprire le persiane può essere decisamente traumatico, ma proprio tale reazione serve a mettere subito in moto il nostro organismo. La luce, infatti, resetta l’orologio biologico del corpo e fa mantenere in equilibrio il ritmo circadiano del corpo. Al contrario, non dormire in un ambiente privo di luce può rendere difficoltoso prendere sonno, poiché la luce forte sopprime la melatonina, un ormone che concilia il sonno. Per lo stesso motivo, quindi, sarebbe bene non fare uso di cellulari, tablet o computer poco prima di andare a nanna.

2. Evitare pasti pesanti e troppo vicini all’ora del sonno

Si tratta di un’abitudine salutare non solo da un punto di vista alimentare, ma anche utile per poi risvegliarsi nel giusto modo. Mangiare troppo a poca distanza da quando si va a letto, infatti, può mettere sotto pressione lo sfintere esofageo, causando un bruciore di stomaco che può interrompere il sonno. Tra la cena e il letto, quindi, sarebbe bene interporre due o tre ore.

3. Non assumere alcol poco prima di dormire

Se l’alcol può indurre sonnolenza – e, quindi, favorire il sonno -, bere a ridosso dell’ora in cui si va a letto spesso ha l’effetto opposto. Il metabolismo che brucia l’alcol nel corso del sonno, infatti, è più soggetto a continui risvegli, incubi e mal di testa. La cosa migliore, quindi, è andare a nanna solo 4 ore dopo aver bevuto bevande alcoliche.

4. Rilassarsi

Per dormire correttamente è importante rilassarsi e staccare la spina nelle ore precedenti al sonno. Un bel bagno caldo, leggere un libro che amiamo (ma solo se di carta!) o semplicemente bere una sana tazza di latte possono essere un ottimo strumento per allentare tutte le tensioni della giornata. Al contrario, giocare ai videogiochi, fare attività fisica, guardare la tv o ascoltare la musica hanno un effetto “eccitante” e non conciliano il sonno.

5. Avere una buona routine del sonno

Il corpo umano ha un orologio interno che controlla la veglia e il sonno e tale meccanismo funziona meglio se ha ritmi regolari. Andare a dormire in orari simili e fare il giusto numero di ore di sonno è essenziale per non stressare il ritmo circadiano.

6. Creare un buon ambiente intorno

Silenzio, poca luce, una stanza tiepida: si tratta di condizioni essenziali per dormire bene, senza le quali ci si espone a continui risvegli e a notti insonni. E ad alzatacce mattutine orribili.

Fonte dell’articolo Huffingtonpost.it

Profezie Negative: ecco perché attrai ciò che vuoi evitare

Familydea Blog

Se ti chiedo di non pensare ad un elefante rosa, quale sarà la prima immagine che ti verrà in mente?

Con grande probabilità sarà proprio un elefante rosa.

Con un semplice esempio hai potuto capire quant’è facile focalizzare la propria mente su ciò che non si vuole, attraendo proprio ciò che si vorrebbe evitare; perché se invece di chiederti di pensare ad un elefante rosa ti dico “Stai attento/a a non ammalarti!”, non è che ti sentirai di colpo al massimo delle tue forze ma anzi, comincerai a preoccuparti per la tua salute passando al setaccio ogni minimo sintomo temendo di avere qualcosa di grave. E alla fine, potresti ammalarti sul serio.

Ma come funzionano esattamente queste “profezie autoavveranti” e come evitare che gli scenari drammatici che creiamo nella nostra testa diventino realtà?

Quando i pensieri negativi fungono da profezie?

Quando nella nostra mente costruiamo dei scenari drammatici oppure ci focalizziamo su ciò che potrebbe andare storto in una situazione, alleniamo la nostra mente a trovare delle strategie per rendere il finale drammatico possibile e probabile.

Diceva George Orwell: “La realtà esiste nella mente umana e non altrove.”

Per esempio, se temi che il tuo partner abbia dei problemi sulla strada di ritorno, non penserai di certo ad un rapimento alieno ma ad un incidente d’auto. La tua mente cercherà i modi più realistici per confermare la probabilità che il tuo costruito mentale si avveri.

Questo è il teorema di W. I. Thomas: “Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze”.

In definitiva non è una questione di profezia ma di allenamento mentale: le tue azioni hanno seguito una strategia ben precisa, hai talmente pensato nei minimi dettagli alla strada da non percorrere che la tua mente, in modalità “pilota automatico”, non poteva fare altro che seguirla.
Andare all’origine del pensiero negativo.

Non serve provare di soffocare il pensiero negativo per liberarsene: non farà che peggiorare la situazione perché ciò che emerge è solo una parte di ciò che sta nascosto sul fondale della tua mente quindi se vuoi liberartene, devi lasciarlo emergere e ascoltare ciò che ha da dirti.

Cosa cercano di comunicarti, di mostrarti questi pensieri negativi? A cosa fanno eco? Qual è il problema di fondo?

Queste sono alcune domande che potresti farti quando giungono in superficie alcune di queste preoccupazioni. Di cosa hai paura?

In realtà, questi pensieri hanno la stessa funzione dei tuoi incubi: hanno un messaggio per te, sono dei campanelli d’allarme per avvertire che qualcosa non va per il verso giusto.

Quando avrai capito cosa genera questi scenari mentali drammatici e comincerai a lavorare per riportare equilibrio dentro di te, ti accorgerai che questi ultimi cominceranno a sparire.
Cosa fare per evitare le profezie negative

Immagina una situazione del genere: mi sono persa nella tua città e ti incontro per strada. Mi fermo per chiederti le indicazioni per arrivare al Comune del tuo paese e tu, invece di spiegarmi la strada che devo fare, mi fai l’elenco delle strade che non devo assolutamente prendere. Quante probabilità avrò di giungere a destinazione senza perdermi?

Talmente poche che se arrivo a destinazione, sarà solo per sbaglio.

Capisci quindi che per evitare di raggiungere ciò che si cercherebbe di evitare, bisogna cambiare strategia di pensiero: invece di focalizzarti su ciò che non vuoi, devi concentrarti sul tuo obiettivo reale.

Quindi cosa dovresti fare?

1. Osservare in quali occasioni appaiono questi pensieri
2. Risalire la corrente mentale e capire quale emozione, convinzione, paura di fondo genera questi pensieri drammatici
3. Lavorare su di te per risanare il problema alla radice
4. Evitare di ripetere lo stesso errore: allena la tua mente ad usare il percorso “più veloce” per giungere a destinazione. Cambia scenario: sei tu a decidere il finale della storia

Pensiamo troppo spesso di essere alla merce dei nostri pensieri ma questa idea ci pone in una posizione di sottomissione rispetto alla nostra mente, dimenticando che quest’ultima risponde ad un solo padrone: noi.

Quindi se ti capita di avere pensieri che non ti portano nella giusta direzione, non devi prendere questo stato come una fatalità: tu puoi agire in modo concreto per rettificare la rotta.

Non si parla di pensare in modo positivo a tutti i costi e di evitare i pensieri negativi per evitare le profezie negative ma al contrario di ascoltarli e di capire il loro messaggio.

Come puoi vedere, è possibile considerare questa situazione come una grande opportunità di crescita per capire quali sono i nodi da sbrogliare e le paure che si nascondono nel buio della mente.

e, creare un a sorta di autostrada mentale per il tuo pensiero in modo che, nel caso entrassi di nuovo in modalità automatica, il pensiero preferisca l’autostrada alla stradina di campagna.

In realtà, ciò che viviamo come disagevole in queste situazioni può aiutarci a capire cosa nutre i nostri stati ansiosi e aiutarci a riprendere il controllo dei nostri pensieri e della nostra vita: vivendo con più consapevolezza, ci staccheremo dalla credenza che le cose ci capitano e diventeremo man mano più attivi nelle nostre scelte e in ciò che creeremo.

“La più grande scoperta della mia generazione è che gli esseri umani possono modificare la propria vita modificando il proprio atteggiamento mentale.” W. James

 

Per l’articolo ringraziamo la fonte Eticamente.net

Alzheimer, la diagnosi dall’AI

Familydea Blog

Un algoritmo ha dimostrato di riuscire a riconoscere le prime fasi della malattia fino a sei anni prima.

DIAGNOSTICARE l’Alzheimer prima che si manifestino i sintomi è fondamentale per assicurarsi che le terapie funzionino.

Un gruppo di ricercatori  è riuscito a ideare un sistema informatico in grado di prevedere l’insorgenza di questa patologia circa sei anni prima della diagnosi. La squadra ha progettato un algoritmo capace di apprendere da solo come riconoscere le immagini di cervelli affetti fin dalle prime fasi della malattia: addestrare una mente informatica in modo che sia in grado di valutare correttamente lo stato di salute di alcuni pazienti studiando le immagini PET dei loro cervelli.

Cominciare le terapie per affrontare l’Alzheimer nelle prime fasi della malattia, quando ancora il cervello non è stato compromesso, li rende più efficaci. Ma i metodi per una diagnosi precoce coinvolgono spesso tecniche costose e difficili da realizzare.

Sfruttare le nuove tecnologie per potenziare metodi già utilizzati, permette di limitare i costi e rendere i trattamenti più accessibili a chiunque.

L’aiuto di un’intelligenza artificiale, permette di notare segnali anche minimi. In questo studio, i ricercatori sono riusciti ad allenare un algoritmo di deep learning in modo che fosse in grado di individuare i segni della malattia già dalle fasi in cui non si è ancora manifestata.

Partendo dall’analisi di più di 2000 immagini PET, l’algoritmo impara quali sono gli elementi comuni delle fotografie più rilevanti per una diagnosi. Quando l’intelligenza artificiale ritiene di aver capito come risolvere il problema, viene sottoposta a una prova in cui deve dare un giudizio su un nuovo gruppo di immagini come quelle su cui si è allenata. Proprio come un esame. In questa ricerca il sistema è stato testato su  un nuovo gruppo di 40 immagini che ancora non aveva mai visto.

L’algoritmo è stato in grado di individuare tutti i casi di malattia con una precisione del 100%.

“Bisogna ancora verificare l’algoritmo per un numero più grande di immagini di test”, avvertono i ricercatori. Ma sicuramente si stanno creando i presupposti per un nuovo strumento che possa potenziare il lavoro dei radiologi.

 

Fonte: La Repubblica

Hai già tirato fuori l’albero e sei pronto per addobbare casa con le luci natalizie? Non sei strano, sei solo una persona felice.

Familydea Blog
decorare la casa per natale

Ogni anno è sempre la stessa storia: gli amanti del Natale vorrebbero tirar fuori dalla cantina luci e albero al cambio dell’ora legale.

I non amanti del Natale, invece difendono l’idea che “la casa non va addobbata a novembre, ma dall’8 dicembre in poi”.
Così, se qualcuno già impacchetta regali, qualcun altro non srotola un nastro prima del 24 mattina: una vera e propria ‘norma’ per i non amanti di Babbo Natale.

Ma decorare casa prima ha i suoi benefici e a confermarlo sono gli esperti, stabilendo che chi predispone gli addobbi natalizi in anticipo è più felice degli altri.

Gli esperti non hanno dubbi: immergersi nell’atmosfera natalizia fa mantenere i contatti con il bambino che è in noi, facendo sembrare più lontani le responsabilità e i problemi della vita adulta: “Le vacanze fanno tornare ai bei tempi passati.”
Lo studio ha infatti dimostato che immergersi nell’atmosfera del Natale fa mantenere i contatti con il bambino che è in noi, facendo sembrare più lontani le responsabilità e i problemi della vita adulta.
Benché possa esserci una percentuale di ragioni sintomatiche per cui qualcuno voglia ossessivamente addobbare casa in anticipo, nella maggior parte dei casi si tratta di motivazioni nostalgiche o per resuscitare la magia del Natale. In un mondo pieno di stress e ansia, la gente associa ciò che è correlato al Natale alla felicità, evocando forti sentimenti legati all’infanzia. Le decorazioni sono semplicemente un’ancora alle emozioni e all’eccitamento di quando eravamo bambini.
La psicoterapista Amy Morin, invece, aggiunge che per alcune persone festeggiare il Natale è anche un modo per ricordare qualcuno amato che non c’è più: “Guardare l’albero decorato fa venire in mente com’era la vita quando insieme si aspettavano i regali da scartare. Per chi ha perso qualcuno, le vacanze fanno tornare la mente ai bei tempi passati”.

Ma non è finita qui. Perché secondo una ricerca scientifica appendere i festoni alla parte esterna delle porte di casa aiuta a mantenere un buon rapporto coi vicini, a essere più amichevoli.

Fonte: La Repubblica

TIC TOC BOOK: La differenza invisibile

Familydea Blog

“La vostra differenza non è un problema ma la soluzione, perché siete un antidoto alla nostra società, malata di normalità. Ricordate che in voi non c’è niente da guarire, niente da cambiare. Il vostro suolo non è di rientrare in uno stampo, ma di aiutare gli altri, tutti quanti, a uscire da quello in cui sono costretti. Accogliendo la vostra identità profonda, riconciliandovi con la vostra unicità, diventate un esempio da seguire”.

Molte donne non sanno di avere la sindrome di Asperger, un disturbo dello spettro autistico noto anche come “autismo ad alto funzionamento”, perché se diagnosticare tale problema è complicato, lo è ancor più proprio per le donne e spesso la scoperta arriva solo in età adulta.

È quello che accade a Marguerite, impiegata in una multinazionale apparentemente senza problemi ma che si sente costantemente inadeguata e lotta giorno dopo giorno per salvare le apparenze. Finché non decide di capire che cosa ci sia di diverso in lei e grazie a degli specialisti scopre a 27 anni di essere Asperger e da lì la sua vita cambia radicalmente…

Il libro, ispirato alla vita dell’autrice Julie Dachez e impreziosito dai disegni di Mademoiselle Caroline che con uno stilizzato realismo dà forma al racconto, “è una guida pratica e divertente per capire meglio la sindrome di Asperger, ma anche per aiutare le famiglie, i compagni, gli amici e i professionisti a conoscere meglio e dall’interno le particolarità di funzionamento di queste persone differenti”.