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Come risparmiare sulla bolletta del riscaldamento

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I consigli per rismarmiare sulla bolletta del riscaldamento

 

Con l’arrivo dell’autunno si iniziano ad avere le prime avvisaglie del freddo e in queste circostanze c’è solo una cosa di cui proprio non possiamo fare a meno: il termosifone caldo!  Se, però, non vogliamo che sia la bolletta del gas a “freddarci”, dobbiamo utilizzarlo con criterio e adottare i giusti accorgimenti per risparmiare.

Limitazioni e criteri di utilizzo degli impianti di riscaldamento

Se per alcuni è già arrivato il momento, per altri ci sarà ancora da aspettare prima di poter accendere i termosifoni. Ma chi stabilisce quando è il momento giusto?

In Italia è il Decreto del Presidente della Repubblica numero 412 del 26 agosto del 1993 a stabilire i criteri di utilizzo e le limitazioni degli impianti di riscaldamento.

Il Decreto individua sei zone climatiche nel nostro Paese, definendo per ognuna orari e periodi di accensione specifici nel corso dell’anno secondo un criterio molto semplice: minore è la temperatura (misurata in gradi giorno) e più a lungo sarà possibile tenere accesi i riscaldamenti.

  • ZONA F: comprende le sole province di Cuneo, Belluno e Trento. È l’unica zona a non prevedere uno specifico periodo di accensione dei riscaldamenti.
  • ZONA E: comprende diverse località settentrionali e montuose. I riscaldamenti possono essere accesi dal 15 ottobre al 14 aprile per una durata giornaliera di 14 ore. 
  • ZONA D: comprende località che si trovano soprattutto al Centro o al Sud Italia, oppure settentrionali ma con clima mite. Qui i riscaldamenti si accendono dal 1° novembre fino al 14 aprile, per una durata giornaliera di 12 ore.
  • ZONA C: in queste località i riscaldamenti si potranno accendere dal 15 novembre al 31 marzo per una durata giornaliera di 10 ore.
  • ZONA B: comprende località del Sud Italia. Sarà possibile accendere i riscaldamenti a partire dal 1° dicembre fino al 31 marzo per una durata giornaliera di 8 ore.
  • ZONA A: comprende i soli comuni di Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle. Come per la zona B sarà possibile accendere i riscaldamenti dal 1° dicembre fino al 31 marzo per una durata giornaliera di 6 ore.

Ovviamente queste limitazioni non coinvolgono i cittadini che dispongono di un impianto di riscaldamento autonomo, ma esclusivamente coloro che usufruiscono di un impianto di riscaldamento centralizzato.

Gli accorgimenti per ridurre i consumi

I consumi per il riscaldamento, soprattutto nei mesi invernali, possono risultare davvero elevati: una famiglia di 4 persone consuma in media per la casa circa 1,8 tep all’anno per l’uso di combustibili ed energia elettrica e più della metà di tale consumo è da attribuirsi al riscaldamento. Per ridurre dal 20 al 40 per cento le spese per il riscaldamento basterebbe, però, evitare le dispersioni di calore.

Ecco alcuni consigli e accorgimenti per risparmiare sulla bolletta del riscaldamento:

? Controlla che non ci siano spifferi. Non si tratta soltanto di tenere porte e finestre chiuse ma anche di avere l’adeguato isolamento dell’edificio e dei serramenti. Se in casa ci sono troppi spifferi, valutate di sostituire finestre a vetri singoli con vetri a doppia parete oppure di aggiungere all’esterno una seconda finestra. In alternativa potete comprare delle semplici strisce di gomma parafreddo.

? Spolvera spesso i termosifoni. E’ importante non solo per mantenere inalterata la salubrità dell’aria in casa, soprattutto in presenza di bambini o persone che soffrono di allergie, ma è fondamentale anche per preservare la loro resa termica e garantirne il perfetto funzionamento.

? Fai lo spurgo dell’aria dai caloriferi. Se i vostri termosifoni sono vecchi e non hanno una valvola di sfiato è opportuno installarla.

? Controlla la scadenza della caldaia e fai fare un check. La manutenzione è importantissima per garantire la sicurezza propria e degli altri e contemporaneamente consente di ottimizzare il funzionamento dell’apparecchio, diminuendo gli sprechi e i costi del riscaldamento. La revisione della caldaia, però, non solo è consigliata ma è obbligatoria, secondo la periodicità indicata sul libretto delle istruzioni; anche il controllo fumi (bollino blu) è obbligatorio per legge, ma in questo caso i tempi sono prestabiliti a seconda del tipo di impianto e di combustibile usato.

? Controlla il corretto funzionamento delle valvole termostatiche. Obbligatorie dal 2017, le valvole termostatiche permettono di regolare la temperatura di ogni singolo ambiente della casa ed evitare lo spreco dell’accensione durante alcuni orari.

Ridurre i consumi del riscaldamento non solo apporterà dei benefici alle tue tasche ma, nel proprio piccolo, aiuterà anche a preservare l’ambiente.

 

 

Pulizia delle grondaie fai da te

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Pulizia delle grondaie

Per garantire la sicurezza della nostra abitazione ed evitare spiacevoli inconvenienti, una corretta manutenzione interna ed esterna è fondamentale. Tra gli interventi che è consigliabile eseguire con una certa regolarità vi è senz’altro il controllo e la pulizia delle grondaie.

Pulire la grondaia è un’operazione che andrebbe eseguita ogni anno, preferibilmente a fine estate, per assicurare il corretto defluire dell’acqua piovana attraverso la rimozione di foglie, rametti o altri depositi di sporcizia che alla lunga potrebbero comportare il danneggiamento della grondaia e dei canali di scolo.

Se si è certi di poter lavorare in totale sicurezza, si può optare per un intervento autonomo altrimenti è opportuno rivolgersi ad un professionista.

Pulire la grondaia in 5 passi

Ecco alcuni consigli per pulire la grondaia al meglio senza incorrere in inutili pericoli:

?‍? Indossate dei guanti da lavoro. Le grondaie generalmente sono realizzate con lamine d’acciaio, zinco, rame o talvolta in pvc, e lavorare a mani nudi può essere pericoloso perché gli spigoli sono affilati e taglienti.

?‍? Munitevi di una scala. E’ necessario utilizzare una scala robusta con un adeguato ancoraggio al muro. L’ideale sarebbe che qualcuno vi sostenga la scala. Se però non ve la sentite di salire sulla scala, potete decidere di pulire la grondaia da terra purché acquistiate attrezzi specifici dotati di braccio telescopico per arrivare nei punti più alti.

?‍? Utilizzate uno scopino o un piccolo rastrello metallico. Procedete dapprima alla rimozione di foglie e rametti, per continuare successivamente con una pulizia più profonda per eliminare gli eventuali detriti depositati sul fondo, tra cui il muschio. E’ consigliabile pulire anche la parte di tetto confinante con la grondaia, in modo che questa possa restare pulita più a lungo.

?‍? Versate un secchio di acqua calda. Fate scorrere l’acqua dentro le gronde, arrivandoci dal tetto, per eliminare eventuali residui e verificare che siano effettivamente pulite.

?‍? Mettete un filtro grigliato fissato a incastro o un fermafoglie. Il filtro eviterà che le foglie e gli altri elementi esterni si depositino nuovamente dentro le gronde ostacolando il regolare scorrimento dell’acqua.

Long Term Care: una polizza per tutelarsi dalla malattia

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polizza long term care

Stiamo invecchiando.

Secondo le ultime proiezioni sociodemografiche e sanitario-assistenziali elaborate dall’ISTAT attualmente le persone con più di 65 anni costituiscono il 21,4 per cento della popolazione italiana e si prevede che entro il 2050 la popolazione over 65 sarà all’incirca 1/3 dell’intera popolazione.

Vivere più a lungo è un fatto positivo, ma l’allungamento della vita media comporta anche un più lungo periodo in cui dovremo preoccuparci di gestire il peggioramento delle condizioni di salute legato all’avanzamento dell’età. Attualmente più di 2,5 milioni di over 65 sono non autosufficienti e si stima che nel 2050 questo numero salirà a più di 5 milioni.

Cosa accade quando una persona perde la propria autosufficienza?

La condizione di non autosufficienza comporta la necessità per chi la affronta di un’assistenza continuativa che può essere garantita:

  • tramite i servizi di assistenza continuativa per long term care (LTC) pubblici o privati, le cosiddette residenze sanitarie assistenziali (RSA);
  • tramite l’aiuto delle assistenti familiari (le cosiddette badanti);
  • prendendosi cura in prima persona del familiare non autosufficiente, assumendo il ruolo di caregiver familiare.

I costi da sostenere in ogni caso possono essere davvero onerosi: le RSA hanno rette che si aggirano in media sui 3.000 euro al mese, totalmente o parzialmente a carico dell’assistito; il costo medio di un’assistente familiare regolarmente assunta, invece, si aggira sui 18.000 euro l’anno. Anche prendersi cura personalmente del proprio caro può avere pesanti conseguenze non solo sul piano economico ma anche su quello psicologico.

Come ridurre i costi della non autosufficienza?

Esiste uno specifico pacchetto assicurativo in grado di coprire questo tipo di rischio: la Long Term Care (LTC).

La Long Term Care (LTC) è una polizza assicurativa che prevede l’assegnazione di una rendita mensile vitalizia nel momento in cui si manifesta la condizione di non autosufficienza dell’assicurato.

Il riconoscimento della non autosufficienza è legato, generalmente, alla capacità di svolgere le activities of daily living (ADL) o principali attività quotidiane: lavarsi, nutrirsi, spostarsi e vestirsi da soli. La maggior parte delle polizze LTC paga l’indennità alla perdita di un certo numero di ADL.

Come sempre assicurarsi vuol dire trasferire un rischio alla compagnia assicurativa, che se ne assume il carico a fronte del pagamento di un premio. Per una Polizza LTC il premio dipende principalmente dall’età dell’assicurato e dalla rendita stabilita.

La Polizza LTC è una delle poche polizze a cui è ancora riconosciuto un vantaggio fiscale, infatti i premi versati godono della detrazione d’imposta ai fini Irpef pari al 19% dei premi versati entro il limite massimo di 1.291 euro.

La polizza Long Term Care di ITAS PER ME DOMANI è pensata per garantire il sostegno ideale in caso di perdita dell’autosufficienza senza dover gravare su figli o parenti.

PER ME DOMANI è un prodotto ITAS VITA. Prima della sottoscrizione leggi il set informativo disponibile in agenzia o su gruppoitas.it

Vicini di casa: un’incredibile scocciatura o una preziosa risorsa?

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Socializzare con i vicini di casa

Socializzare con i vicini di casa

Ormai viviamo in un mondo in cui siamo costantemente connessi gli uni con gli altri. L’avvento dei Social Network ci consente di avere centinaia di amici virtuali, persone che nella maggior parte dei casi non abbiamo mai incontrato, di cui potremmo non conoscere il vero nome o aspetto; e poi, invece, ci sono persone che incontriamo tutti i giorni ma con cui spesso non riusciamo proprio a socializzare, e forse non ci sforziamo nemmeno di farlo: i vicini di casa.

Di luoghi comuni non proprio lusinghieri sui vicini di casa è pieno il mondo: tra ripicche e diffidenze, sembrerebbe difficile, se non impossibile, socializzare in modo pacifico.

Eppure avere un volto amico a distanza di pianerottolo, nello stesso condominio e nel quartiere può davvero fare la differenza: possiamo sapere di aver sempre qualcuno su cui contare, sia in caso di bisogno e di aiuto, sia per scambiare due chiacchiere.

Rompere il ghiaccio con i vicini

Esistono svariati modi per entrare in contatto con i nostri vicini di casa e creare un clima di fiducia e amicizia:

  • Fate sentire i nuovi vicini come benvenuti. Quando nel vicinato arrivano persone nuove, potete invitarle a bere qualcosa da voi per conoscervi meglio, suonare alla porta con un cestino di benvenuto o semplicemente  presentarvi con un bel sorriso.
  • Create momenti di condivisione. Ogni scusa è buona per conoscersi meglio: organizzate un party, una grigliata negli spazi comuni o un semplice incontro per conoscervi.
  • Fate divertire i bambini. Se avete dei figli e ci sono altri bambini nei paraggi, organizzate delle merende a casa o dei pomeriggi di gioco. Non solo sarà un’occasione per voi ma anche per i vostri bambini.

Rompere il ghiaccio e creare momenti di condivisione solo sono i primi passi! Per mantenere dei buoni rapporti con i nostri vicini è fondamentale rispettare le regole del buon vicinato.

Il galateo del buon vicinato

  1. La prima regola a cui proprio non potete sottrarvi è la regola del silenzio: rispettate gli orari di tutti e non fate rumore di notte o subito dopo pranzo.
  2. Tenete gli spazi comuni sempre in ordine, non si chiamano così a caso! Tutti hanno il diritto di usufruirne e quindi è importante non trattarli come un’estensione della propria abitazione privata.
  3. Se un vicino è in difficoltà con la spesa, specialmente se anziano, offritevi di aiutarlo.
  4. Se avete programmato di organizzare una festa, un trasloco o dei lavori in casa, ricordatevi di lasciare un messaggio nella bacheca del palazzo per informare tutti, scusandovi per l’eventuale fastidio che potreste arrecare.
  5. Prestate attenzione quando stendete il bucato, rispettando le regole condominiali in merito ed evitando che sgoccioli e se avete il pollice verde non inondate il balcone sottostante quando innaffiate le vostre piante.
  6. Se un vicino viene a bussare per chiedervi di prestargli il cavatappi, ritirare un pacco quando è via o altri piccoli favori che non vi costano alcuno sforzo, non negategli il vostro aiuto. Una gentilezza non solo vi farà bene all’anima ma potrebbe tornarvi utile in futuro.
  7. Se avete scelto di condividere la vostra vita e la vostra abitazione con un animale domestico dovete prestare la massima attenzione a tutti i suoi comportamenti. Per voi potrebbe essere impensabile, ma non è detto che i vicini gradiscano le loro attenzioni e, soprattutto, i loro versi.
  8. Evitate di spettegolare o sparlare delle cattive abitudini del vicino con gli altri, rendereste vani tutti gli altri sforzi. Non solo non è un comportamento elegante ma farà avere agli altri una brutta impressione.

Maestra? Professore? Professionista? C’è l’obbligo di proteggersi durante l’attività lavorativa!

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La scuola è iniziata e le maestre accolgono in classe i piccoli e i giovani studendi che riprendono un nuovo entusiasmante anno fatto di giochi, studio, scherzi e tanta energia! Ma voi, professori e maestre, come tutti gli altri professionisti, sapete che per far fronte ai rischi e all’attività quotidiana, sono previsti precisi strumenti di tutela personale e per gli altri?

I riferimenti normativi

Dal 2012 l’Assicurazione per le figure professionali è obbligatoria in forza dell’entrata in vigore della riforma degli Ordini professionali approvata con Decreto Legge n.138/2011
Il Regolamento a norma dell’articolo 3, Comma 5, del Decreto Legge 13 Agosto 2011 n.138 convertito con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011 n. 148 riporta nell’Art. 5
“il professionaista è tenuto a stipulare idonea assicurazione per i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale (…)”.

In altre parole, è necessario proteggersi durante l’attività professionale perchè gli infortuni e i rischi nell’ambito lavorativo, infatti, sono frequenti e spesso e volentieri vengono sottovalutati sia per quelli a cui si incorre direttamente che per le persone che lavorano con noi e alle quali prestiamo un servizio.

Chi è obbligato all’assicurazione

La stipula di una polizza assicurativa è obbligatoria per tutti i professionisti dell’ambito sanitario (medici, infermieri e farmacisti) tecnico (ingegneri, geometri, architetti e periti) e giuridico – economico (avvocati, notai, assistenti sociali, commercialisti, consulenti del lavoro, ragionieri), ma anche, per proteggere insegnanti, associazioni culturali, organizzazioni di eventi e manifestazioni, palestre ed impianti sportivi, consorzi.

Garanzia per clienti e professionisti

L’articolo n. 3 comma 5 sottolinea l’esigenza di preservare la qualità del servizio fornito al cliente, garantendogli il diritto di richiedere un risarcimento per danni causati dall’inadempienza e/o dalla negligenza del professionista e/o dell’organizzazione di riferimento, anche esso tutelato mediante adeguati margini di garanzia.

Una polizza dedicata

Pur essendo obbligatoria la copertura assicurativa, il professionista ha la possibilità di scegliere liberamente la compagnia e le condizioni del contratto assicurativo nel rispetto delle esigenza di tutela e garanzia per se stessi, i collaboratori o i propri clienti. Per la tutela del professionista dai danni involontariamente provocati a terzi, anche se provocati dai propri dipendenti o prestatori di lavoro, si fa riferimento alla Responsabilità civile verso terzi

La polizza Responsabilità civile rischi diversi non industriali  è un prodotto ITAS MUTUA dedicato a professionisti, persone fisiche e giuridiche che prevede piani implementabili con Coperture Aggiuntive e R.C.O.

Prima della sottoscrizione leggi il set informativo disponibile in agenzia o su gruppoitas.it

 

Sindrome da rientro: i consigli per sopravvivere alla fine delle vacanze

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Sindrome da rientro dalle vacanze estive

 

La fine dell’estate e l’inevitabile ritorno al tram tram quotidiano fatto di un incessante susseguirsi di impegni e scadenze è, sicuramente, un momento delicato che può causare un forte malessere, sia fisico sia psicologico. Mal di testa, fiacchezza, sonno, stordimento, irritabilità sono i sintomi più diffusi di questa condizione di stress comunemente definita sindrome da rientro dalle vacanze estive o stress da rientro che, dati alla mano, colpisce un italiano su dieci.

Nella maggior parte dei casi la sindrome da rientro si supera dopo qualche giorno, meglio e più velocemente se si seguono alcuni semplici consigli che possono aiutare ad alleggerire lo stress e a ritornare agli impegni quotidiani abbandonati prima di partire per le ferie con la giusta carica.

I consigli per sentirsi meglio

1. Ricomincia dalla sane abitudini alimentari. Dopo gli eccessi estivi è importante recuperare un’alimentazione bilanciata e regolare. Pesce, legumi, frutta (soprattutto uva) e verdure verdi sono alleati validissimi per fronteggiare lo stress da rientro. Il tutto accompagnato da una corretta idratazione: assumere acqua, infatti, è fondamentale per avviare tutte le reazioni chimiche cellulari del nostro organismo.

2. Cerca di dormire in modo regolare la giusta quantità di ore. Il sonno regola la rigenerazione del corpo e del cervello e l’eliminazione delle tossine. Per evitare l’acutizzarsi dei sintomi dello stress è importante dormire 7-8 ore a notte, andando a letto più o meno sempre alla stessa ora, così da consentire al corpo pian piano di capire quando è ora di rilassarsi e quando invece riattivarsi.

3. Pianifica delle attività piacevoli da fare durante la settimana. Passare dalla passeggiata al mare, o dall’escursione in montagna, alle incombenze del lavoro può generare un forte malessere. Per evitare di rimuginare sulle vacanze appena trascorse ritagliati del tempo durante la settimana per fare ciò che ti piace e, se ne hai la possibilità, pianifica delle gite fuori porta.

4. Non fare tutto subito e programma le cose un po’ alla volta. E’ importante cercare di non farsi sopraffare dagli impegni, ma stilare una lista di urgenze da sbrigare prima di tutto il resto e affrontare gli impegni pian piano, senza buttarsi a capofitto nel lavoro.

Come proteggere la casa dai temporali

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Negli ultimi anni, purtroppo, una realtà con la quale è necessario fare i conti è quella relativa ai cambiamenti climatici che stanno interessando il nostro paese, e non solo.

Non serve un esperto per notare che le stagioni sono sempre più anomale a causa dei continui sbalzi climatici: i temporali sono sempre più frequenti e spesso molto violenti, le forti raffiche di vento provocano danni sempre più seri, così come le grandinate e, non ultime, le nevicate massicce.

Che si tratti di un fulmine, grandine o alluvioni, le conseguenze dei danni del maltempo per le nostre abitazioni possono essere devastanti.

In particolare, con l’approssimarsi della stagione autunnale, nel periodo che va da fine agosto a fine settembre aumenta la probabilità di temporali violenti e di conseguenza il rischio che le case si allaghino.

Per proteggere la nostra casa da questi fenomeni atmosferici è possibile adottare alcune precauzioni, come ad esempio, installare parafulmini per proteggerla da scariche elettriche dirette o dispositivi di sovratensione per prevenire i danni agli impianti elettrici. È molto importante, inoltre, ricordarsi di pulire con regolarità le grondaie che se ostruite possono aumentare il rischio di allagamento.

Se durante un temporale ci troviamo in casa ci sono alcuni ulteriori accorgimenti che è opportuno seguire per evitare rischi:

⚡ Evitare l’uso di elettrodomestici e apparecchi elettronici che funzionano con i cavi;

⚡ Rimanere lontani da porte, finestre e pareti in cemento poiché i fulmini possono propagarsi lungo i fili metallici;

⚡ Evitare di usare l’acqua perché un’altra via attraverso cui può viaggiare un fulmine sono i tubi idraulici.

Un ulteriore consiglio è quello di stipulare un’assicurazione sulla casa che copra i danni causati da eventi atmosferici come uragani, bufere, tempeste, vento e cose da esso trascinate, trombe d’aria, grandine.

La polizza HABITAS+ è pensata da ITAS per proteggere la nostra casa non solo da questi eventi ma da tutte le altre situazioni che potrebbero comprometterne la sicurezza.

HABITAS+ è un prodotto ITAS MUTUA. Prima della sottoscrizione leggi il set informativo disponibile in agenzia o su gruppoitas.it.

Sicurezza in auto: guida all’utilizzo dei dispositivi per trasportare i bambini

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sicurezza in auto dei bambini

Molte famiglie con bambini scelgono per i propri spostamenti di utilizzare l’auto, spesso perché considerata molto più confortevole per viaggiare e per muoversi in autonomia. La priorità di un viaggio in auto deve essere arrivare a destinazione in completa sicurezza.

In caso di incidente stradale, per la loro scarsa resistenza muscolare, per la delicatezza degli organi e per la minore capacità di reagire velocemente e proteggersi, i bambini piccoli sono quelli che corrono il maggiore rischio  di riportare lesioni gravi.

Secondo i dati ACI-ISTAT elaborati da Fondazione ANIA, nel 2017 in Italia 43 bambini – da 0 a 14 anni – rientrano purtroppo tra le complessive 3.378 vittime della strada. La maggior parte degli incidenti è avvenuta in città, su percorsi brevi e a scarsa velocità di percorrenza.

Per questo motivo è importante essere informati sul corretto utilizzo dei dispositivi di sicurezza per il trasporto dei bambini.

Sistemi di ritenuta e dispositivi anti-abbandono

I bambini di età inferiore a 12 anni e di statura sotto gli 1,50 metri, devono far uso di sistemi di ritenuta (seggiolini, adattatori, cinture) adeguati alla loro statura ed al loro peso. I sistemi di ritenuta riducono del 70% le probabilità di perdere la vita in caso di incidente.

I sistemi di ritenuta devono essere omologati per il trasporto di bambini considerando il peso corrispondente a quello del bambino trasportato e devono essere montati nei modi e posizioni indicati dalle relative istruzioni.

Quando un bambino raggiunge l’altezza di 150 cm, non dovrà più utilizzare questi sistemi perché la sua altezza gli consente di utilizzare le cinture di sicurezza per gli adulti.

In particolare, il Codice della Strada prevede l’uso obbligatorio del seggiolino omologato per tutti i bambini di statura inferiore ai 150 cm. I seggiolini senza schienale (rialzini o booster) possono essere usati solo da bambini di altezza superiore a 125 cm.

Se la macchina è provvista di airbag, a meno che non possa essere disattivato, i seggiolini non vanno mai posizionati sul sedile anteriore. Il posto più adatto è il sedile posteriore centrale che protegge anche da eventuali urti laterali. È importante assicurarsi che lo schienale del seggiolino poggi bene sul sedile della macchina e che le cinture del dispositivo siano sempre allacciate.

In autunno dovrebbe diventare obbligatorio l’uso dei  dispositivi anti-abbandono per i seggiolini dei bambini sotto i 4 anni, sensori acustici e luminosi segnaleranno la presenza del bambino a bordo, anche quando si spegne l’auto.

Il kit di pronto soccorso del perfetto viaggiatore

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kit di pronto soccorso

kit di pronto soccorso

Vestiti adatti, documenti, macchina fotografica, soldi…non esiste vacanza che si rispetti senza valigia! Preparare la valigia non è facile, l’elenco delle cose essenziali varia da persona a persona e da viaggio a viaggio, ma qualunque sia la destinazione, non dovremmo mai dimenticarci di lasciare in valigia un po’ di spazio per la salute.

Sono tanti, infatti, gli imprevisti di salute che possono mettere a rischio le nostre le vacanze, specialmente se ci troviamo lontano da casa e non sappiamo come risolverli.

Quali sono i farmaci che è consigliato mettere in valigia?

Il primo passo per preparare il nostro KIT di PRONTO SOCCORSO è informarci sui potenziali pericoli per la salute della destinazione prescelta. Se abbiamo deciso per una meta estera per il nostro viaggio, è importante capire se in quel paese ci sono problemi sanitari particolari o se sono obbligatorie o consigliate vaccinazioni specifiche. Al contempo, è fondamentale tenere a mente il tipo di viaggio che stiamo per intraprendere: un viaggio all’avventura, richiederà degli accorgimenti diversi rispetto ad una tranquilla vacanza al mare o in qualche capitale mondiale. Inoltre, per chi soffre di patologie croniche è fondamentale ricordarsi di portarsi dietro i farmaci specifici.

Anche se, come abbiamo visto, ogni vacanza ha il suo kit ideale, ci sono dei farmaci di base che è sempre bene portare con noi:

  • Decongestionanti, antidolorifici, antipiretici, crema antibatterica e antidiarrea;
  • Cerotti, fazzolettini disinfettanti, benda elastica;
  • Penne stick contro le punture di insetti e le ustioni da meduse, se andiamo al mare.

Hai preso appunti? Adesso parti per le tue vacanze in tutta sicurezza!

Galateo in spiaggia: d’estate le buone maniere vanno in vacanza?

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Galateo in spiaggia

Galateo in spiaggia

Svago, allegria, spensieratezza. Queste le parole d’ordine in spiaggia, ma attenzione: non dimentichiamoci che le buone maniere sono valide sempre e comunque! La spiaggia, è bene tenerlo a mente, è un luogo pubblico e come tale prevede delle regole di bon ton da rispettare per evitare di innescare fastidi e discussioni. Eppure, quante volte ci è capitato di venir molestati dal comportamento incivile del nostro vicino di sdraio? Se alla maleducazione di alcuni sommiamo il caldo e il sovraffollamento di certe spiagge, il rischio di incorrere in una crisi di nervi è dietro l’angolo, trasformando un momento di vacanza in un vero e proprio incubo .

Le regole di buon vicinato in spiaggia.

Ecco alcuni suggerimenti per tenere un comportamento impeccabile sotto l’ombrellone:

? Evitare di parlare a voce troppo alta. Al nostro vicino d’ombrellone certamente non interessa conoscere i dettagli della nostra vita, ascoltare pettegolezzi degni di una telenovela oppure i consigli su cosa preparare per cena.  E neppure sapere quanto siamo “richiesti”, perciò, ricordiamoci di abbassare il volume della suoneria del cellulare e dei messaggi.

? Non scuotere l’asciugamano senza considerare il vento. Non c’è nulla di più fastidioso per il tuo vicino che essere raggiunto da un’improvvisa “raffica di sabbia”. Per essere sicuri quando vogliamo sbattere il nostro asciugamano, basta allontanarsi a dovere e fare attenzione a dove”tira il vento”.

? Ascoltare la musica con gli auricolari. È vero, l’estate è la stagione dei concerti ma, a meno che tu non sia al Jova Beach Party, la spiaggia non è il luogo migliore per darne vita ad uno. Se ascoltiamo della musica, è importante indossare gli auricolari oppure scegliere uno stabilimento autorizzato alla sua diffusione.

? Utilizzare le aree predisposte per giocare in spiaggia. Non siamo in un centro sportivo! Pallone, racchettoni o altro devono essere utilizzati nelle aree svago, se presenti, oppure lasciati sotto l’ombrellone.

? Non bagnare, schizzare o sporcare con la sabbia le persone stese. Quando dal bagnasciuga si rientra all’ombrellone, è utile camminare lentamente ed evitare di passare troppo vicino alle persone stese, anche se la sabbia brucia è importante resistere, stare attenti e raggiungere, con sollievo generale, la nostra ambita ombra.

? Lasciare il giusto spazio al vicino. Fare attenzione a non invadere le zone altrui con asciugamani, lettini, ciambelle, borse frigo e chi più ne ha chi ne metta… soprattutto se di sceglie una “spiaggia libera”.

Anche se siamo delle persone educate può capitare involontariamente di non rispettare una di queste regole di bon ton e che qualcuno ce lo faccia notare…non c’è problema, basta chiedere scusa e la prossima volta prestare una maggiore attenzione!